Lo ammetto, ho sempre avuto un debole per i marinai (mio padre lo era). Sono diversi, si portano dentro il mare… e ti pare poco?
La campanella appesa al grande cuore della porta d’entrata si mosse. Era gennaio quando, per la prima volta, entrò lui: ciabatte, barba incolta, t-shirt stropicciata. Improvvisamente, tutto il locale, sebbene vuoto, si riempì. La sua presenza era forte, ma al contempo pacata. Dietro di lui arrivarono altri: membri dell’equipaggio, o forse no.
Si sedettero a un tavolo. — Vino, per favore! E anche del cibo.
C’era ordine al tavolo, un ordine rispettoso, educato, disciplinato: questo è il mare.
Da lontano osservavo e ascoltavo. Era un incontro tra amici, tra colleghi. Si raccontavano storie, ridendo e ricordando: — Quella volta che…
Intanto, il vino scorreva come acqua, alzando il livello dell’allegria. Le loro storie si intrecciavano come luci lontane viste oltre l’orizzonte, creando un senso di appartenenza incredibile.
Le storie dei marinai sono diverse.
Poi, quando tutto sembrava finito… — Hai un po’ di grappa?
Chiedere a una veneta se ha della grappa è come chiedere se nel mare c’è il sale! — Ma certo! — risposi. — Morbida? — Sì.
Quando versai la grappa, il sorso fu unico: il bicchiere era già vuoto dopo due secondi. E allora subito un’altra. — Mi piace molto la grappa — disse. — È un’essenza che riscalda anche nelle notti più fredde. Un brindisi al ritorno.
Poche parole, concise, ma piene di significato.
Uscimmo a fumare una sigaretta. Non so perché, ma ero curiosa di conoscerlo. Parlammo di mare. Poi se ne andò. Non sapevo quando sarebbe tornato, ma sapevo che sarebbe tornato.
Ora è un buon cliente ed un buon amico.
Ma c’è qualcosa di più, qualcosa che non si può spiegare con le parole. È il suo soul, quell’anima che si porta dietro e che, fin dalla prima volta che entrò, riempì il locale. Non servivano gesti o discorsi. Era la sua presenza, semplice e profonda, a creare la magia del momento.
Alcune persone sono così: entrano e tutto cambia, come se portassero con sé un vento capace di spazzare via ogni distrazione. Ama la grappa come pochi. Per lui, ogni sorso è un brindisi al ritorno, alla sopravvivenza, al viaggio che continua.
E proprio come la grappa, anche lui è fatto di pazienza. È un’anima che sa aspettare, che mi ha insegnato a lasciare che le cose seguano il loro ritmo, senza fretta. La grappa, così come il mare, richiede tempo: goccia dopo goccia, raccoglie la forza di ciò che è stato e lo trasforma in qualcosa di eterno.
La grappa, così come il mare, è una forza grezza: racconta di terre lontane, di amori sospesi, di promesse sussurrate al vento. È un ricordo che scalda e che a volte brucia, proprio come certi incontri.
E ogni volta che versa un bicchiere, mi sembra di leggere nei suoi occhi quella stessa promessa: tornare sempre, ovunque vada il vento… goccia dopo goccia.
Cin cin, capitano!
La grappa e il marinaio was published in Angolo DiVino on 21 / 11 / 2024 at 08:41 hs. © All rights reserved.